Dopo anni di esperienza e migliaia di pagine lette, potremmo parlare per ore di pubblicità; d’altra parte sono tanti gli aspetti da considerare per garantire il successo ad una campagna pubblicitaria.
In questa pagina vogliamo solo sottolineare l’importanza della creatività come segno distintivo e vero valore aggiunto, capace di emozionare il cliente e rendere suggestivo il messaggio.
Ti sei mai chiesto perché uno spot che dura 30 secondi ci propone un fantastico filmato che non parla del prodotto, né della sua origine e tanto meno dei suoi vantaggi competitivi? Solo negli ultimi 3/4 secondi scopriamo il marchio; allora rimaniamo sorpresi e un po’ spiazzati: “E’ un caffè!… e pensavo fosse un profumo.”.
O altre volte ci propongono uno spot tutto in lingua inglese o magari francese (se di moda o profumi). Ancora una volta pensiamo: “ma come, siamo in Italia!”. Eppure ci è piaciuto, ci ha emozionato. Bene: obiettivo raggiunto!
Proprio così: spesso l’obiettivo della pubblicità consiste nel suscitare emozioni e collegarle ad un marchio. Poi quando rivedremo lo stesso marchio, per esempio sugli scaffali di un supermercato, in maniera del tutto inconscia, riproveremo le stesse emozioni piacevoli vissute durante la vista dello spot e quindi, a parità di altre condizioni, “ci piacerà” di più rispetto a quello della concorrenza e finirà nel nostro carrello della spesa.
Più in generale, il processo di acquisto è determinato da fattori “emozionali” da una parte e “razionali” dall’altra, spesso in antagonismo e contrapposizione l’uno con l’altro. I fattori emozionali si manifestano nel “mi piace” quelli razionali nel “mi conviene”.
Facciamo un esempio: devo acquistare un’auto nuova; giro diverse concessionarie, raccolgo tutte le informazioni: costo iniziale, costi di assicurazione e circolazione, consumi, manutenzione, svalutazione in caso di rivendita, ecc.
Tutto mi indica che l’acquisto più conveniente è la marca Alfa. Però, la marca Beta mi piace di più: comprerò quella! In questo caso avranno vinto i fattori “emotivi” su quelli “razionali”.
Ovviamente ogni consumatore ha tratti culturali, disponibilità economiche e sensibilità differenti, ma in generale i prodotti/servizi BtoC (B2C) di largo consumo, prodotti moda, tecnologia personale, servizi alla persona, viaggi si acquistano in maniera più “emozionale”.
All’aumentare dell’investimento e della durata di utilizzo del prodotto/servizio (elettrodomestici, arredamento, auto, prodotti assicurativi, finanziari) aumenta la componente “razionale”, che aumenta ulteriormente in ambito BtoB (B2B).
Quando devo fare un acquisto per il mio business sono mediamente meno “emozionabile”, più concreto, “guardo alla sostanza” e quindi ai contenuti della comunicazione. La forma li renderà comunque più godibili, suggestivi e premierà comunque il marchio che li rappresenta.
Compito del buon pubblicitario è calibrare forma e sostanza della comunicazione, sapendo che gli aspetti che emozionano si riverberano comunque sul brand e sono fattore di differenziazione e successo commerciale soprattutto in economie avanzate e società digitali.
Dal 1995 forniamo tutti i servizi per rendere la pubblicità un investimento che frutta.